L’art.51, comma 3, TUIR sancisce che i beni ceduti e i servizi prestati gratuitamente ai dipendenti non concorrono a formare il reddito se complessivamente di importo non superiore, nel periodo d’imposta, a 258,23 euro. Se il valore è superiore, esso concorre interamente a formare il reddito.
Limitatamente al periodo d’imposta 2024, l’importo di 258,23 euro è aumentato a 1.000 euro, e in questo importo sono comprese le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche (acqua, energia elettrica e gas), delle spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa (art. 1, comma 16, della legge n. 213/2023).
Il limite è elevato a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico (cioè, che possiedano un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili ovvero, se di età non superiore a 24 anni, a 4.000 euro – art. 12, comma 2, TUIR).
La condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata con riferimento al 31 Dicembre 2024 (Circolare 1° agosto 2023, n. 23/E, par. 2).
Per quanto riguarda la deducibilità del reddito d’impresa, l’art. 95, comma 1, TUIR stabilisce che “le spese per prestazioni di lavoro dipendente deducibili nella determinazione del reddito comprendono anche quelle sostenute in denaro o in natura a titolo di liberalità a favore dei lavoratori, […].
Emerge, quindi, che il costo di tali beni è deducibile integralmente dal reddito d’impresa, anche laddove lo
stesso non sia imponibile in capo ai dipendenti.
Per determinare il valore dell’omaggio, in base all’art. 9, del TUIR (risposta a interpello 11 Aprile 2024, n.89), si applicano le disposizioni relative alla determinazione del valore normale dei beni e dei servizi contenute nello stesso:
per valore normale “si intende il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi.
Per la determinazione del valore normale si fa riferimento, in quanto possibile, ai listini o alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni o i servizi e, in mancanza, alle mercuriali e ai listini delle camere di commercio e alle tariffe professionali, tenendo conto degli sconti d’uso” (art. 9, comma 3, TUIR).
Il limite di 1.000 o 2000 euro si applica se il lavoratore dipendente dichiara al datore di lavoro di avervi diritto, indicando il codice fiscale dei figli (art. 1, comma 17, legge n. 213/2023).
È stato precisato che, ai fini documentali, è necessario che il datore di lavoro, nel rispetto delle disposizioni in materia di trattamento dei dati personali acquisisca e conservi, per eventuali controlli, la relativa documentazione per giustificare la somma spesa e la sua inclusione nel limite di cui all’art. 51, comma 3, del TUIR.
In alternativa, il datore di lavoro può acquisire una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti il ricorrere, in capo al medesimo dichiarante, dei presupposti previsti dalla norma in esame, da conservare per eventuali controlli da parte degli organi a ciò deputati (circolare 7 marzo 2024, n. 5/E, par. 1.1).
Ai sensi dell’arti. 51, comma 1, TUIR, si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori corrisposti entro il 12 Gennaio del periodo d’imposta successivo a quello a cui si riferiscono (c.d. “principio di cassa allargato”).
Riportiamo qualche esempio di calcolo del risparmio per il datore di lavoro che eroga omaggi ai dipendenti.
A Dicembre 2024 una società offre ai propri dipendenti omaggi natalizi di valore pari a 700 euro ciascuno.
Nell’anno 2024 i dipendenti non hanno fruito di ulteriori fringe.
Il costo è interamente deducibile per l’azienda e non concorre alla determinazione del reddito di lavoro per il dipendente.
Ipotizziamo che i dipendenti siano 10.
Risparmio per l’azienda:
Costo: 7.000 euro
Minore IRES (24%): 1.680 euro
Dipendente
IRPEF e addizionali: zero
Un’impresa ha erogato ai propri dipendenti buoni acquisto da utilizzare in una catena commerciale, pari a 400 euro per dipendente.
A Natale offre agli stessi un omaggio del valore di 700 euro.
Ipotizziamo che i dipendenti siano 10, di cui 4 hanno figli fiscalmente a carico.
Per i dipendenti senza figli, poiché il totale dei benefit supera i 1.000 euro, tutto il valore concorre alla formazione della base imponibile del dipendente.
Per i 4 dipendenti con figli, l’importo è inferiore al limite di 2.000 euro e non concorre, quindi, alla determinazione del reddito di lavoro per il dipendente.
Il costo è interamente deducibile per l’azienda.
Risparmio per l’azienda
Costo: 11.000
Minore IRES (24%): 2.640 euro
Dipendenti senza figli
Reddito in natura: 1.100 euro
Dipendenti con figli
IRPEF e addizionali: zero
Restiamo a disposizione per ogni possibile chiarimento.